MINIMA DEVOTIO - Centro di documentazione e raccolta sulla devozione
LA MADONNA “CHE INDICA LA VIA” (ODIGITRIA)
LE “ MADONNA DI SAN LUCA”: LA SALUS POPULI ROMANI O MADONNA DELLA NEVE
Il 5 agosto, a Madonna dei Fornelli, si festeggia la Madonna della Neve, venerata nella chiesa locale. Il titolo e la data rimandano ad un’altra famosa Madonna della Neve, conosciuta soprattutto come Salus Populi Romani (Salvezza del popolo
romano), venerata a Roma, nella basilica di Santa Maria Maggiore. L’immagine di Madonna dei Fornelli, tuttavia, appartiene ad un altro modello iconografico, diverso da quello dell’icona romana, modello di cui ci occuperemo in seguito.
Concentreremo pertanto la nostra attenzione sull’icona romana.
Secondo la tradizione leggendaria, San Luca avrebbe ricopiato una immagine “non fatta da mano d’uomo” miracolosamente comparsa sopra una colonna a Lidda (oggi Lod, in Israele). L’icona in un primo tempo fu portata a Costantinopoli, ma dovette
poi essere affidata alle acque del mare per salvarla dalla distruzione durante il periodo dell’iconoclastia. L'icona arrivò fino a Roma. Papa San Gregorio, avvertito in sogno, la ricevette col clero sulla riva del Tevere, portandola poi in processione fino a San Pietro dove fu esposta alla venerazione dei fedeli.
L’icona si trova nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, chiamata anche "Santa Maria ad Nives", perché una prodigiosa nevicata, il 5 agosto 358, avrebbe imbiancato il colle Esquilino, indicando il luogo in cui la Vergine desiderava fosse eretta una chiesa in suo onore, fatta poi costruire da papa Liberio. Ricostruita da papa Sisto III (432-440), la basilica costituisce un monumento celebrativo del Concilio di Efeso (431) che conferì a Maria il titolo di “Madre di Dio (cfr. Introduzione). L’icona
attuale, tuttavia, durante il recente restauro, è stata datata fra la fine del secolo IX e l’inizio dell’XI.
La Basilica di Santa Maria Maggiore è il primo santuario consacrato alla Madre di Dio in Occidente.
L’icona ha un'importanza fondamentale per l'iconografia e la sua influenza sull'arte cristiana fu immensa. Essa infatti servì da modello a parecchie icone italiane fino al secolo XV, e venne interpretata ancora più tardi dagli artisti del Rinascimento.
È conosciuta in Cina perché vi fu portata dai primi missionari, gesuiti, nel XVIIsecolo.
In Etiopia esistevano migliaia di copie dell'icona di Roma, divenuta l'icona mariana
canonica di questo paese. È presente in Russia, dove la troviamo anche sull’iconostasi di una delle tre cattedrali del Cremlino, quella di San Michele Arcangelo; fu dipinta da Teofane il Greco nella chiesa della Trasfigurazione a Novgorod, alla fine del secolo XVI (perduta).
Sebbene nel Medioevo l'icona di Santa Maria Maggiore non potesse essere copiata senza uno speciale permesso, fu molto diffusa in Occidente, soprattutto tra i gesuiti, che la facevano riprodurre per le Congregazioni Mariane.
Roma la considera come la sua protettrice, la Salus Populi Romani, invocata durante pestilenze, carestie e guerre.

La Salus Populi Romani, dopo il restauro del 2018. Roma, basilica papale di Santa Maria Maggiore
LETTURA DELL’IMMAGINE
Postura di Maria. È in posizione frontale e guarda verso il fedele. Mostra il Bambino non con la destra, ma sorreggendolo a mani incrociate. L’incrocio delle mani è anche un’allusione alla croce. Nella mano sinistra tiene una mappula, fazzoletto ricamato di uso cerimoniale, in origine collegato alla simbologia imperiale romana, poi parte dell’abbigliamento liturgico. Secondo alcune interpretazioni è anche il fazzoletto con cui la Vergine asciuga le lagrime degli afflitti. La mano destra, decorata da un anello, ha le dita poste come quelle di Cristo benedicente: le tre dita distese simboleggiano la Trinità, le due ripiegate le due nature, umana e divina, di Cristo. Ha gli occhi grandi e la bocca piccola, secondo i canoni di bellezza antichi. Il suo aspetto è ieratico, deciso ma dolce: quello di Madre che protegge tutto il popolo.
Postura di Cristo. È seduto sulle ginocchia della madre come su un trono. Con la mano sinistra tiene un Evangelario, che ha una ricca copertina decorata da gemme. Con la mano destra benedice. Il suo sguardo non è rivolto al fedele ma verso l’infinito. Appare adulto nel volto e nell’espressione.
Postura della mano benedicente di Cristo. Le prime tre dita indicano le tre persone della Trinità. Le due ripiegate ed unite simboleggiano le sue due nature, umana e divina. Il pollice ripiegato sul mignolo forma l’iniziale di Cristo in lettere greche (X=C nell’alfabeto latino).
Colore delle vesti di Maria. Il mantello è blu, simbolo dell’umanità di Maria ed è bordato d’oro, simbolo di regalità; la veste è rossa, simbolo di divinità e regalità. Significa che Maria, nella sua umanità, ha contenuto la divinità del Verbo.
Colore delle vesti di Cristo. Cristo indossa l’ampio mantello greco, color oro, simbolo della sua divinità.
Nembo di Cristo. Vi è inscritta una croce gemmata, simbolo della sua morte (croce) e risurrezione (gemme = luce).
Stella dorata sul manto della Vergine. È simbolo della verginità di Maria ed è posta sulla fronte. È una stella a quattro punte, a forma di croce. In questa tipologia di immagini le stelle possono essere una, due o tre, poste sul mantello in corrispondenza delle parti del corpo che vengono toccate facendo il Segno della croce.
Le scritte. Sono un acronimo ottenuto dalla prima e ultima lettera delle parole greche
ΜHΤHΡ ΘΕΟΥ ( Meter theou, Madre di Dio): MP (a sinistra) ΘY (a destra).
LA SALUS POPULI ROMANI E IL MONDO



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