MINIMA DEVOTIO - Centro di documentazione e raccolta sulla devozione
SCHEDA N. 5 ( a cura di Paola Dalli )
LA MADONNA “CHE INDICA LA VIA” (ODIGITRIA) -
LE “ MADRE DI DIO DELLA PASSIONE”: LA MADONNA DEL PERPETUO SOCCORSO
L’immagine della “Madonna del Perpetuo Soccorso” appartiene ad una variante di Odigitria chiamata “Madre di Dio della Passione” perché sottolinea la partecipazione della Vergine alla passione di Gesù e mette al centro la riflessione sulla passione, morte e risurrezione del Figlio di Dio. Il tema è ispirato dalla profezia di Simeone: “E anche a te una spada trafiggerà l'anima” (Vangelo di Luca, 2, 35). Il modello iconografico è rintracciabile in area greco-cretese sin dal XII secolo e in Serbia e in Russia dal Trecento. Il prototipo della “Madonna del Perpetuo Soccorso” è una icona cretese del XV secolo, attribuita dubitativamente ad Andrea Ritzo di Candia (1422 circa-1498 circa), uno dei più importanti pittori della scuola cretese del
Quattrocento, autore di numerose “Madre di Dio della Passione” conservate in Italia e in Grecia.
L’icona, alla fine del Quattrocento, fu traslata nella chiesa romana di San Matteo in Merulana, in concomitanza con l’affidamento della chiesa agli Eremitani di Sant’Agostino. Venne presto chiamata “del Perpetuo Soccorso” come testimoniato
dall'epigrafe in latino sul frontone esterno del portale della chiesa risalente al 1579. L'invocazione richiamava la devozione a Nostra Signora del Soccorso, particolarmente viva tra gli agostiniani. Caduta in stato di abbandono dopo le distruzioni napoleoniche, fu richiesta dai Redentoristi che la ottennero da papa Pio IX nel 1865, con l’incarico di promuoverne
il culto, e la collocarono nella chiesa di Sant'Alfonso all'Esquilino.


Madonna del Perpetuo Soccorso. Oleografia. Collocazione: Loiano, Centro di documentazione Minima Devotio.
Andrea Ritzo di Candia (1422 circa-1498 circa) (attribuito dubitativamente a), Madre del Perpetuo Soccorso. Roma, S.Alfonso all’Esquilino.
Lo sfondo. È d’oro, simbolo della dimensione divina, per la sua incorruttibilità. Labordura rossa indica il sangue versato da Cristo.
Postura di Maria. È in posizione frontale e guarda verso il fedele. Porge al Bambino la mano destra, e contemporaneamente lo indica. Il capo è reclinato verso sinistra e l’espressione è meditabonda e mesta: indica la sua partecipazione al dolore del Figlio.
Postura di Cristo. Guarda lontano, qualcosa che non possiamo vedere: è il presentimento della Passione, ciò che proverà nell’Orto degli Ulivi. Stringe la destra della madre con entrambe le mani, quasi a chiederle soccorso. Il suo volto è di un giovane uomo, non di un bambino piccolo.
Il sandalo destro slacciato di Gesù. Comunemente viene interpretato come un sandalo che Gesù perde, con un movimento concitato, a causa del suo turbamento. Molto probabilmente, invece, si tratta di una citazione biblica ‘in immagine”. È evidentemente un sandalo slacciato. Nella Bibbia gettare il sandalo su qualcosa simboleggia prenderne il possesso; l’atto di sciogliere i sandali richiama la legislazione sul matrimonio ed indica il gesto della rinuncia al diritto del levirato,
secondo il quale il parente più prossimo di un defunto morto senza figli ne deve sposare la vedova per assicurargli la discendenza. Se questi rinuncia a prenderla in sposa, il dovere passa al secondo parente più prossimo che, accettando di sposare la vedova, scioglie pubblicamente il sandalo al parente inadempiente. Questo rimando alla legge ebraica è contenuto nelle parole di Giovanni Battista che dichiara non avere alcun diritto di prendere la sposa (“a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo”), che è Israele e quindi la Chiesa, perché “lo sposo è colui al quale
appartiene la sposa”, cioè Gesù Cristo. Il sandalo slacciato significa che Cristo è lo sposo della Chiesa e per lei offre la sua vita sul legno della croce.
Colore delle vesti di Maria. Il mantello è blu, simbolo dell’umanità di Maria; la veste è rossa, simbolo di divinità e regalità. Significa che Maria, nella sua umanità, ha contenuto la divinità del Verbo e che è Regina del Cielo. La fodera del mantello è verde, colore simbolo dello Spirito Santo: allude quindi alla nascita virginale di Gesù e all’opera compiuta da Dio in Maria. L’arco formato dalle pieghe del manto, quando è disegnato sotto la figura del Bambino, sta ad indicare il cielo che si dona alla terra.
Colore delle vesti di Cristo. Veste un abito verde, simbolo dello Spirito Santo, da Lui donato agli uomini dalla croce; porta una cintura porpora, simbolo della sua Passione, e un manto dorato, simbolo di divinità.
Colore dei capelli di Cristo. I suoi capelli hanno una sfumatura rossiccia. Se è intenzionale, come dovrebbe, il colore avrebbe un doppio significato simbolico. Cristo è il Messia discendente di Davide, descritto nella Bibbia rosso di capelli, ed è il nuovo Adamo, nome che in ebraico significa rosso, terra rossa, la terra con cui Dio lo impastò.
Nembo di Cristo. Vi è inscritta una croce, listata di rosso, simbolo della sua Passione e del suo sangue versato per la salvezza del mondo.
Stella dorata sul manto della Vergine. È simbolo della verginità di Maria ed è posta sulla fronte. È una stella a otto punte, simbolo della Risurrezione, avvenuta “il giorno dopo il sabato”, settimo giorno (7+1=8). La teologia cristiana aggiunge infatti un ottavo giorno, che è quello iniziato con la risurrezione di Cristo e che durerà fino al suo ritorno, è l’inizio della nuova creazione. In questa tipologia di immagini le stelle possono essere una, due o tre (vergine prima, durante e dopo il parto), poste sul mantello in corrispondenza delle parti del corpo che vengono toccate facendo il
Segno della croce.
Croce decorata dorata. Posta sul capo, è una seconda stella, simbolo di verginità.
Le scritte. In alto, a sinistra e a destra. Sono un acronimo ottenuto dalla prima e ultima lettera delle parole greche ΜHΤHΡ ΘΕΟΥ (Meter theou, Madre di Dio): MP (a sinistra) ΘY (a destra).
Sulla spalla sinistra di Cristo. Sono un acronimo ottenuto dalla prima e ultima lettera in greco di Iesus Christos (Gesù Cristo): IC-XC.
Sopra l’arcangelo di sinistra: ὉἈρΜ, abbreviazione di Arcangelo Michele in greco .
Sopra l’arcangelo di destra: ὉἈρΓ, abbreviazione di Arcangelo Gabriele in greco.
Strumenti della passione. A sinistra l’arcangelo Michele regge il calice del sangue di
Cristo dal quale emergono la lancia e la canna con la spugna intrisa d’aceto; a destra
l’arcangelo Gabriele mostra a Gesù la croce e i chiodi.
Notiamo come, nel passaggio all’immagine devozionale, le figure abbiano perduto la loro ieraticità, a favore di una raffigurazione più naturalistica. Il volto di Maria, morbido e roseo, conserva un’espressione pensosa, ma non è più mesto. Il volto di Cristo ha un espressione più infantile, quasi sorridente, ed è contornato da un abbondante, morbida capigliatura quasi nera. Non ha più lo sguardo immerso nella contemplazione del mistero doloroso che lo attende. Le due teste sono molto più ravvicinate, posa che richiama un altro modello iconografico, quello delle Madonne
“della tenerezza”. Si intravede l’inizio del passaggio dall’arte sacra a quella religiosa.
La prima, secondo l'interpretazione di Titus Burckhardt, non comprende qualunque opera artistica che rappresenti un soggetto religioso, ma più specificamente è l’arte le cui stesse forme riflettono la visione spirituale propria di una data religione. È un simbolo. Nel cristianesimo le sue funzioni principali sono quella contemplativa e catechetica.
L’arte religiosa rappresenta soggetti religiosi, più o meno liberamente interpretati e
ha come obiettivo di trasmettere sensazioni e suscitare emozioni,
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