MINIMA DEVOTIO - Centro di documentazione e raccolta sulla devozione
SCHEDA N. 5 B ( a cura di Paola Dalli )
MARIA: FIGURA, IMMAGINE E MODELLO DELLA CHIESA
LA DORMIZIONE DI MARIA E L’ASSUNTA
Il modello più antico dell’iconografia dell’Assunzione è quello della Dormizione (o Transito) di Maria. Per comprenderlo meglio, dobbiamo ricorrere alla storia.
A Gerusalemme, presso il Getsemani, esiste una basilica del IV secolo dedicata all’Assunzione, nella cui cripta fin dal II secolo si venera la “Tomba vuota della Vergine”. “Nel 1972 Padre Bagatti, direttore dello Studium Biblicum Franciscanum, ha potuto fare un’esplorazione della tomba della Vergine […]. La tomba aveva tutte le caratteristiche delle sepolture ad arcosolium del primo secolo. Questo monumento era stato separato delle tombe vicine ritagliando la roccia intorno nella collina […].
Questi resti corrispondono alla forma delle tombe del primo secolo che si trovano nella valle del Cedron.” (Da L’Osservatore Romano, 12/08/2021).
Al II secolo, poi, risalgono i primi apocrifi che descrivono la morte di Maria, alla presenza degli Apostoli, e il suo transito al cielo, tre giorni dopo la morte, quando Gesù viene a prenderla. Nel secolo VI l’imperatore bizantino Maurizio fissò al 15 agosto la celebrazione liturgica del Transito, data che è rimasta comune a tutte le chiese fino ad oggi. In Occidente la festività compare nel VII secolo, con il nome mutato in Assunzione (vedi anche Introduzione B).
Il modello iconografico più antico, mutuato dagli Apocrifi, raffigura Maria sul letto di morte, contornata dagli apostoli; accanto, al centro, Cristo tiene in braccio un neonato, simbolo dell’anima di Maria. È un modello presente abbondantemente anche in Occidente, sia nelle icone che nei quadri - come Il transito di Maria di Giotto - sia nei bassorilievi di cattedrali romaniche. Dopo il Quattrocento questo modello iconografico viene via via a diradarsi. In una prima fase il letto su cui è adagiato il corpo di Maria scompare, sostituito dalla tomba vuota da cui si innalza la Vergine risorta, mentre viene assunta in cielo. Nell’ultima fase è raffigurata solo Maria, in cielo, tra uno stuolo di angeli, in un crescendo di gloria. Il modello iconografico, in queste due ultime fasi, è generalmente mutuato da quello dell’ascensione di Cristo.
L’ Assunzione di Maria non riguarda solo lei. La fede della Chiesa ha sempre creduto che in Maria è prefigurata tutta la Chiesa. Ciò che a Maria, in modo singolare, è stato dato, anticipa il destino che attende ogni salvato, che vive della speranza e dell’attesa di essere lui pure assunto in cielo, alla resurrezione dei morti (vedi Introduzione B).
Assunzione di Maria Vergine. Oleografia. Collocazione: Loiano. Centro di
Documentazione Minima Devotio
LETTURA DELL’IMMAGINE
Questa oleografia, esposta in Minima Devotio, rappresenta un esempio del secondo modello, quello che presenta Maria che viene assunta in cielo, sulle nubi, con l’accompagnamento degli angeli, mentre sulla terra rimane la sua tomba vuota, piena
di fiori: rose, simbolo mariano dedotto dalle Litanie Lauretane (rosa mistica) e gigli, simbolo di purezza. Intorno si affollano gli apostoli, che si mostrano l’un l’altro il prodigio, in atteggiamenti di stupore e di venerazione.

Tiziano Vecellio, L’Assunta, 1516-18. Olio su tela. Collocazione: Venezia, basilica
di Santa Maria dei Frari, pala altare maggiore.

Anonimo, Assunzione di Maria Vergine. Olio su tela. Copia della pala di Tiziano,
particolare. Collocazione: Loiano. Centro di Documentazione Minima Devotio
La grande pala di Tiziano interpreta il tema dell’Assunta in maniera nuova.
Innanzitutto scompare il sarcofago di Maria, e quindi il riferimento alla morte. Maria sale lentamente al cielo quasi con un delicato passo di danza sopra le nubi, con lo sguardo rivolto verso l’alto, mentre si staglia su un fondo tutto oro e luce che ricorda la Donna vestita di sole del libro dell’Apocalisse. Una parte del suo volto, tuttavia, rimane in ombra perché la sua assunzione non si è ancora completata. Non ha l’aspetto di una giovinetta - come normalmente avviene - ma di una donna matura, che ha vissuto e sofferto. Apre le braccia e guarda il Padre che le viene incontro, coprendola con la sua ombra, come già aveva fatto nel giorno dell’Annunciazione. Come
nell’Annunciazione, personifica la sposa del Cantico dei Cantici che va incontro allo sposo, divenendo simbolo del popolo di Dio, della Chiesa, i cui membri attendono la trasfigurazione nel corpo glorioso già ottenuto da Maria. L’apparizione di Dio Padre sostituisce quella di Cristo, tipica dell’iconografia tradizionale. Egli appare in scorcio e affiancato da due angeli che reggono le corone per Maria. È raffigurato in controluce; questo gli dona un aspetto dai contorni vaghi e indistinti, perché Dio non può essere visto.
Tutta la tavola, in definitiva, si gioca sul rapporto Maria-Padre.
Sotto Maria è raffigurato il gruppo degli Apostoli che assistono all’evento miracoloso, tutti protesi verso l’alto in vari atteggiamenti.
L’anonimo autore della parziale riproduzione esposta in Minima Devotio si è concentrato unicamente sulla figura di Maria, tagliando tutto quello che c’è sotto e sopra di lei. In questo modo, però, elimina ogni rapporto con la storia e il testo biblico, con la vita mortale di Maria e con il suo rapporto unico con il Padre.
Rappresentando in questo modo l’Assunta, però, certe opere devozionali corrono il rischio di veicolare, a chi non possiede un’adeguata conoscenza della Bibbia e dei simboli dell’iconografia mariana, un concetto falso: che Maria non sia l’umile serva del Signore che ha guardato a lei e in lei ha fatto grandi cose - come lei stessa canta nel Magnificat (vangelo di Luca, 1, 46) -, ma una divinità mitologica.
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